MONDIALI 2020 DI BORMIO: LO SHORT TRACK SI PREPARA

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MONDIALI 2020 DI BORMIO: LO SHORT TRACK SI PREPARA

Gio, 10/01/2019 - 21:15
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Intervista ad Adelio Antonioli sulla manifestazione mondiale che verrà ospitata nella Magnifica Terra

Tra poco più di un anno a Bormio si apriranno i Mondiali di short track riservati alla categoria junior: un evento di respiro internazionale e di grande richiamo per tutto il territorio. Ne parliamo con Adelio Antonioli, che della Bormio Ghiaccio è l’anima, la storia e la voce narrante.

Adelio, ormai sei in pista da quasi 40 anni: non sei ancora stanco?

In effetti ne è passato di tempo! Quando nel 1980, come US Bormiese, abbiamo iniziato la nostra avventura con il pattinaggio su ghiaccio a Bormio non avremmo mai immaginato di poter arrivare sino a qui. All’inizio era tutto un po’ improvvisato, non avevamo mezzi né esperienza, portavamo i ragazzi a fare le prime gare di pattinaggio su ghiaccio e a rotelle. Non esisteva nemmeno il Palaghiaccio e ci si allenava nel campetto di calcio dell’oratorio abbondantemente innaffiato! Poi piano piano ci siamo organizzati e siamo riusciti a coinvolgere un bel gruppo di giovani e di adulti. La nostra forza è stata quella di avere un gruppo forte e affiatato, allora come oggi. Senza l’aiuto dei volontari e dei collaboratori che ci danno una mano, non saremmo andati da nessuna parte!

La Bormio Ghiaccio annovera nel suo palmarès – tra le altre manifestazioni – ben 7 eventi mondiali e 3 europei: un bel riconoscimento per voi…

È un riconoscimento che va distribuito a tutti coloro che hanno reso e rendono tuttora possibili queste manifestazioni. Ripeto, senza collaborazione e senza condivisione d’intenti non si va molto lontano.

Quanto sono importanti queste occasioni per i giovani atleti e per il territorio?

I vantaggi di avere qui i Mondiali del 2020 sono molteplici: anzitutto i nostri ragazzi avranno la possibilità di “giocare in casa” e non è un vantaggio di poco conto. Ricordo che alcuni di loro sono già stati inseriti nella Nazionale juniores… Anche per i più piccoli, il contatto con i giovani campioni è esaltante, un esempio stimolante e positivo; e poi i piccoli vengono coinvolti direttamente nell’evento e si sentono partecipi – oltreché orgogliosi – di farne parte in prima persona. È superfluo ricordare che arriveranno qui non solo gli atleti, ma anche tante altre persone che potranno apprezzare la nostra ospitalità e la nostra offerta turistica, e magari saranno invogliati a tornare.

Quindi un’occasione per “fare squadra” con tutto il territorio…

Bisogna imparare a pensare in grande: Bormio è una realtà per tanti versi limitata, eppure ha saputo creare un movimento riconosciuto a livello internazionale! Purtroppo in Italia si fa fatica a dare risalto agli sport di nicchia, tranne quelle poche occasioni in cui si va a medaglia per la Nazionale. Però il territorio – e intendo tutta la Valtellina – dovrebbe saper riconoscere il merito di aver portato un po’ della nostra valle in tutto il mondo e di averla promossa. Ovviamente non si arriva da nessuna parte senza fare qualche investimento…

La concorrenza dei paesi asiatici è sempre più forte: su cosa deve puntare lo short track italiano per contrastare questa avanzata?

È un discorso molto complesso che dipende da tanti fattori. Effettivamente la partecipazione numerica agli eventi mondiali è aumentata, in particolare con l’ingresso di altre nazioni asiatiche, anche per una questione di prestigio per i Comitati Olimpici (pensate solo a quante medaglie mette a disposizione lo short track, con le varie tipologie di distanza), però per raggiungere certi risultati servono – come dicevo prima – investimenti mirati. In Italia si è puntato molto sull’immagine vincente di Arianna Fontana, ma il Palaghiaccio di Bormio dove è cresciuta sportivamente è ancora la struttura nata negli anni ’80! Noi possiamo organizzare corsi di avviamento, fare promozione nelle scuole, mettere a disposizione il nostro tempo e la nostra capacità, ma senza strutture, impianti, attrezzature adeguate non si può pensare di restare ai vertici. E poi tutto il movimento dello short track italiano dovrebbe remare nella stessa direzione, senza che ci facciamo sgambetti tra di noi…

Cosa ne pensi dell’introduzione della staffetta mista tra le discipline olimpiche?

Tanti sport si sono evoluti nel gioco e nelle regole, per andare incontro a una maggiore “spettacolarizzazione”, a un maggiore dinamismo, a un maggiore interesse da parte del pubblico e inoltre, in questo modo, si ha una possibilità in più di medaglia… Certo, tecnicamente non sarà semplice per gli atleti, perché bisogna tener conto che uomini e donne gareggiano con potenze e velocità di punta molto diverse! Ad ogni modo, la staffetta mista non è una novità: fu già sperimentata negli anni ‘90, anche se solo a scopo dimostrativo, e a un’edizione dei mondiali junior a Montreal è stata addirittura vinta da un quartetto di cui tre componenti erano valtellinesi (Katia Zini, i fratelli Nicola e Simone Rodigari e la torinese Marta Capurso).

La Bormio Ghiaccio ha “fornito” alla Nazionale Italiana parecchi talenti: vedi qualcuno che potrebbe mettersi in luce nell’ambito dei Mondiali 2020?

Non mi sbilancio, ma sicuramente qualcuno dei nostri ragazzi potrebbe fare bene…  Non dimentichiamo che attualmente la metà degli atleti convocati nella Nazionale junior per i mondiali di fine gennaio a Montreal provengono dalla Bormio Ghiaccio…

Organizzare un evento del genere non dev’essere una passeggiata… quali sono i problemi più urgenti da affrontare in vista di questo appuntamento?

Il problema maggiore, attualmente, è rappresentato dalle protezioni mobili, che ormai diventeranno obbligatorie per gli eventi ISU (Coppe del Mondo, Mondiali, Europei, Giochi Olimpici). Il Palaghiaccio è dotato ancora di balaustre fisse ricoperte da materassi di gommapiuma, dobbiamo assolutamente avere a disposizione quelle mobili per poter gareggiare nel Mondiale 2020; la FISG ha promesso di darci una mano, ma intanto abbiamo ancora quelle vecchie. Poi, naturalmente, ci sono le necessità legate ai costi che un evento del genere rappresenta, perché a carico dell’organizzazione ci saranno i trasporti locali, i transfer dagli aeroporti, la preparazione tecnica della pista, i costi di alloggio per le squadre, le cerimonie e le manifestazioni collaterali collegate all’evento… avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile.

Il Comitato Organizzatore si è costituito nel mese di ottobre ed è già al lavoro per preparare l’evento.

Anna

Per informazioni:

US Bormiese: [email protected] – 0342 901482

Bormio Ghiaccio: [email protected]