Disponibile il Bollettino Storico dell'Alta Valtellina n. 28/2025
Il Bollettino Storico Alta Valtellina esce con il suo 28° numero e una messe di articoli che potrà soddisfare ogni appassionato; è l’omaggio con cui vogliamo salutare la nostra amata professoressa, consigliera e vicepresidente Daniela Valzer, che lo ha diretto sino a questa edizione e che, grazie ai suoi lasciti scritti, continuerà a raccontarci le vicende bormine anche dalle pagine che saranno pubblicate negli anni prossimi.
Non a caso, il volume si apre sulla scuola (tema a Daniela tanto caro) con Marta Rini che riprende e conclude l’articolo già affrontato nel Bollettino 2024.
Ilario Silvestri e Lorenza Fumagalli ci riportano indietro nel tempo per parlarci della conduzione delle risorse collettive quali malghe, pascoli e boschi, i cui proventi potevano generare risorse economiche non indifferenti.
La piccola frazione alpina di Oga è protagonista di due contributi di stampo lessicale e sociologico, con Chiara Cesana che ne indaga la parlata locale e Giulia Maiolani che si sofferma sulla composizione dei nuclei familiari.
Il professore Leo Schena, cultore di storia seicentesca, riprende il personaggio a lui caro del Duca di Rohan attraverso il sensazionale ritrovamento di una spada che si ipotizza possa essere appartenuta a uno dei moschettieri del condottiere francese.
Rita Pellegrini ci porta nelle vallate sondaline, più precisamente a Frontale, descrivendo alcune preziose suppellettili liturgiche che gli emigranti del '600 e '700 avevano donato alla chiesa di S. Lorenzo; Marco Sampietro, a sua volta, ha esplorato la biblioteca parrocchiale di Tirano ritrovandovi alcuni volumi appartenuti al missionario bormino padre Giambattista Pedranzini.
L’articolo di Cristina Pedrana dà nuovo vigore alla strada dello Stelvio nell’anno del suo bicentenario, riportando alcune “Istruzioni” cui erano sottoposti i Cantonieri stradali, tra cui l’obbligo di dotarsi di una campana che fungesse da guida nei giorni di tormenta.
Storie e saghe familiari, ricche di aneddoti e palpitanti di ricordi: sono quelle narrate da Lorena Giacomelli, Nicola De Gasperi, Silvio Mevio e Daniela Valzer sulle figure di Francesco Giacomelli (il Chèch), Giuseppe Gervasi (avvocato e sindaco di Bormio), Battista Pedranzini (guida alpina) e Adelio Occhi, che ci danno quasi la possibilità di entrare nel racconto della loro vita e delle loro vicende.
Anna Lanfranchi, partendo da alcuni casi documentati, si sofferma su morbi e malanni che potevano affliggere la popolazione sino alla morte, mentre Alice Martinelli ci parla – quasi all’opposto – di coloro che la vita provavano a salvarla con la costituzione del Soccorso Alpino livignasco. E sempre a Livigno è ambientato il contributo di Desirè Castellani sulla costruzione della diga di Punt dal Gall, in continuazione ideale con quello dello scorso anno sull’energia idroelettrica.
Arricchiscono, inoltre, il volume gli scritti degli studenti dell’IIS Alberti (Alessandro Martinelli, Daniele Rocca, Diana Kadiu, Melissa Dei Cas, Tommaso Corsi), protagonisti del concorso “Un racconto per lo Stelvio”, nonché la segnalazione di un rinvenimento dell’Età del Ferro da parte di Mario Simonelli.
In chiusura, anche un breve ricordo di Davide Dei Cas su padre Ennio Bianchi, figura di studioso e di sacerdote che negli anni ’70 e ’80 lasciò un’impronta indelebile in tanti studenti del Ginnasio di Bormio.
- Anna -
Foto. archivio Ilario Silvestri
Per informazioni:
Centro Studi Storici Alta Valtellina
0342-912300
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