Sulla questione Frontalieri interviene Jonny Crosio, con un appello ad abbandonare gli slogan elettorali ed abbracciare una politica più concreta

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Sulla questione Frontalieri interviene Jonny Crosio, con un appello ad abbandonare gli slogan elettorali ed abbracciare una politica più concreta

Mar, 31/10/2023 - 15:28
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“Non è con i proclami che affrontiamo seriamente il problema. Cominciamo a farci ridare i 200 milioni di Euro dispersi nei bilanci dell'INPS”

Sondrio, 31 ottobre 2023

La bozza della legge finanziaria, in attesa del voto del Parlamento, prevede una nuova tassa sulla sanità che verrà applicata ai “vecchi frontalieri” per contribuire al mantenimento del Servizio Sanitario Nazionale tramite un'imposta annuale che varierà tra il 3% e il 6% del proprio reddito netto annuo.

Sono d’accordo sul principio contenuto nella finanziaria, ovvero che una tassazione più equa possa servire a regolare la questione sull’assistenza sanitaria anche per i Frontalieri.” sottolinea Crosio Pensare però che questa tassazione possa contribuire a fermare l’emorragia nella sanità, vuol dire non conoscere come stanno esattamente le cose e quale sia la differenza di salario fra il nostro paese e la Svizzera. Sommato poi alla forza del Franco Svizzero rispetto all’Euro, non può che diventare una battaglia persa in partenza.”

Avevo espresso le mie personali perplessità già a suo tempo,” ricorda Jonny Crosio “in quanto lo ritenevo un imprudente slogan elettorale. Pensare di combattere l’esodo dei lavoratori lombardi verso la Confederazione Elvetica con 200 euro in busta paga era una proposta che ebbi modo di definire per lo meno incoerente. Ma si sa, in campagna elettorale per taluni è un vizio incorreggibile.”

Chi conosce la realtà del mondo del lavoro in Svizzera sa che si parla di stipendi che variano dal doppio al triplo rispetto a quelli italiani, per talune professioni addirittura oltre.

“In media un lavoratore frontaliere ha uno stipendio doppio o triplo di quello del suo omologo italiano” spiega Crosio “quindi ritengo che il presunto aumento in busta paga, che difficilmente supererà i 400 euro, non possa che restare una incauta promessa elettorale che non andrà a risolvere il vero problema, ovvero quello dell’esodo.”

“C’è poi una questione che non viene considerata,” prosegue Jonny Crosio “quella del cosiddetto “secondo pilastro”, ovvero un accantonamento mensile che i lavoratori frontalieri si troveranno a fine rapporto di lavoro che, sommato alla sicurezza della futura “pensione svizzera”, contribuisce ulteriormente all’esodo.

Preoccupa la politica di chi continua a “sdoganare” un principio per il quale i lavoratori Frontalieri sono una sorta di bancomat, oltre a “contrabbandare” facili soluzioni a suon di slogan.

“Dobbiamo guardare in faccia alla realtà: in questo momento non è facile trovare soluzioni, ma non è con i proclami che affrontiamo seriamente il problema.”

Una via resta quelle della costituzione di ZES, Zone Economicamente Speciali, purtroppo frettolosamente dimenticata in Parlamento. Ma se veramente vogliamo fare gli interessi del Paese, sarebbe bene attivarsi per capire dove sono finiti i 200 milioni di Euro dispersi nel bilancio dell'INPS, denaro generato dal lavoro dei nostri Frontalieri quale riserva per la disoccupazione.” conclude Crosio.

Ufficio stampa Jonny Crosio