A MONTAGNA 4.0 SI PARLA DI WELFARE E ASSISTENZA

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A MONTAGNA 4.0 SI PARLA DI WELFARE E ASSISTENZA

Sab, 14/10/2017 - 20:54
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Quali modelli di sviluppo si possono prospettare per le aree montane?

Montagna 4.0 chiama a raccolta al secondo incontro di venerdì 13 ottobre con il tema delicato della gestione del welfare sul territorio. Relatori i docenti e ricercatori Giovanni Fosti e Alberto Del Curto, entrambi membri effettivi del comitato scientifico SEV, con la d.ssa Maria Chiara Cattaneo – una delle referenti della Società Economica Valtellinese del progetto “Montagna 4.0” – a fare da moderatrice. L’appuntamento rientra nel ciclo di incontri organizzati dall’amministrazione comunale di Bormio, aperti al pubblico (previa iscrizione) e che proseguiranno sino a giugno 2018, per offrire ai partecipanti una serie di spunti su cui riflettere in relazione ai cambiamenti in atto e alle strategie da perseguire per “cavalcare” il cambiamento e saperlo affrontare. D’altronde, come ha più volte ribadito lo stesso Fosti, la continuità con i problemi del passato non esiste più e ci troviamo in un’epoca in cui i nuovi problemi devono essere fronteggiati non con le soluzioni vecchie ma con soluzioni adeguate al nuovo trend. Bisogna quindi sforzarsi di fare scelte coraggiose e alternative, di esplorare territori nuovi e sconosciuti, di rispondere alle esigenze sociali con senso di responsabilità ma anche di curiosità perché “non dobbiamo solo mantenere quel che ci è stato dato ma costruire valore per le generazioni dopo di noi”.

Il docente e ricercatore della Bocconi ha snocciolato una serie di dati e di informazioni impressionanti per il contenuto, che hanno sfatato miti e scardinato convinzioni ormai radicate nell’opinione pubblica. Ad esempio quasi tutti sono rimasti stupiti nell’apprendere che il sistema sanitario italiano rientra da anni tra i primi 5 del ranking mondiale ed è uno dei più performanti al mondo! Eppure la nostra capacità di spesa, rispetto ad altri paesi europei, è nettamente più bassa… Ovviamente, persistono grosse criticità, sulle quali bisogna ragionare cercando soprattutto strade alternative; ecco quindi che si torna al tema del “cambiamento” e alla necessità di trovare risposte nuove, di fare scelte strategiche diverse, di capire quali sono gli obiettivi fondamentali che si vogliono raggiungere con le politiche attuali (e le attuali dotazioni finanziarie), partendo da una questione essenziale: si vuole puntare sull’efficacia o si vuole puntare sul consenso? Non è demagogia, è il presupposto da cui partire per poi discutere su quale tipo di welfare applicare: distribuzione di poche risorse a tutti gli utenti (che poi di loro iniziativa cercano di integrare), oppure distribuzione di risorse a pochi (che però vengano seguiti e assistiti in modo completo). Un welfare costruito sui trasferimenti e le prestazioni oppure un welfare costruito sulla ricomposizione sociale? Le proiezioni future, che indicano un’espansione del processo di invecchiamento della popolazione, impongono decisioni nuove che consentano di costruire un sistema di alleanze con gli utenti e le famiglie, mettendo insieme le risorse pubbliche con quelle private. La geografia della società, come ha evidenziato Del Curto nella sua “radiografia” della Valtellina, è cambiata radicalmente e ci troviamo di fronte a un “inverno demografico” che creerà forti squilibri nell’attuale sistema di welfare: basti pensare che nel giro di 15 anni gli over 80 sono passati da 4.000 a 19.000! Il ruolo dei Servizi è di produrre valore e non essere una fabbrica di utenti; in tal senso le politiche di welfare andranno ripensate in toto e adeguate ai nuovi modelli in atto nella nostra società. Il cambiamento sarà inevitabile; fondamentale sarà riuscire a gestirlo in modo innovativo e adeguato.

Anna

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