STORIA E CULTURA: IL PATRIMONIO STRAORDINARIO DI BORMIO ED HONORATE VALLI

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STORIA E CULTURA: IL PATRIMONIO STRAORDINARIO DI BORMIO ED HONORATE VALLI

Ven, 20/01/2017 - 17:31
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Idee, progetti, iniziative proposti nella tavola rotonda organizzata dall'amministrazione comunale

Più che una tavola rotonda si è trattato di una vetrina. Nel quarto incontro di martedì 19 gennaio 2017, promosso dall’assessore Cinzia Bedognè e dai consiglieri Stefano Bedognè e Stefano Della Valle, avente come tema la cultura, è stato dato spazio ad alcune delle molte associazioni operanti sul territorio, le quali hanno presentato le loro attività e i progetti in cantiere. Roberta Cervi, in veste di moderatrice ha via via introdotto i diversi relatori che si sono susseguiti durante la serata, ciascuno in rappresentanza di un’associazione, di un ente, di un museo. Lorenza Fumagalli (Centro Studi Storici Alta Valtellina) ha aperto la serie di interventi con un interessante excursus storico sul ricchissimo patrimonio culturale custodito nei nostri archivi, che si è mantenuto pressoché intatto dal 1256 al 1797, il che lo rende un caso quasi unico nel panorama archivistico italiano. Proprio dalla volontà di valorizzare e di far conoscere questo tesoro cartaceo è nato nel 1998 il Centro Studi Storici Alta Valtellina, affinché potesse diventare “una grande tavola allargata attorno alla quale si fa cultura”. Ecco perché la serata è stata impostata come uno spazio libero in cui si potesse dar voce alle diverse realtà culturali, troppo spesso relegate nel ruolo di comprimarie del turismo. Eppure, si tratta di soggetti vitali, che possiedono peculiari attrattive e che riescono ad intercettare una fetta importante degli interessi che animano il turista. Il Museo Civico di Bormio, ad esempio, ha registrato nel 2016 ben 8000 visitatori e ha 27 sale con collezioni museali in continua espansione, grazie anche all’apporto dei privati che donano gratuitamente i loro oggetti. La biblioteca di Bormio – assieme alle biblioteche di Sondalo, Valdidentro, Valdisotto e Valfurva – ha in catalogo circa 40.000 volumi e ha coordinato da alcuni anni a questa parte qualcosa come 30 corsi, tutti gestiti da volontari, oltre alle conferenze promosse nel periodo turistico. Anche il settore musicale offre una varietà impressionante per qualità e quantità di gruppi (presenti in sala alcuni componenti del gruppo Li Osc, del coro polifonico femminile La Reit, la direttrice del coro Martino Anzi e del coro Alberti di Bormio). Il settore Cultura, dunque, è tutto un fermento di iniziative che lasciano il segno e che riescono a farsi apprezzare anche dal turista.
Le visite guidate, i concerti, le mostre, le conferenze, gli internet point della Biblioteca…tutta una serie di servizi che non possono essere considerati secondari all’offerta turistica: Musicarte offre la sua competenza nel campo dell’animazione e dell’intrattenimento, soprattutto con i bambini (molto apprezzato dai turisti con famiglia al seguito); il Parco Nazionale dello Stelvio promuove gite e laboratori didattici; il Centro Studi Storici, con il sostegno della Comunità Montana Alta Valtellina come ente capofila e del comune di Bormio, ha avviato un progetto Interreg Italia-Svizzera sulla stregoneria che – se dovesse decollare – potrebbe far diventare l’ex Ginnasio di Bormio il polo culturale di tutta l’Alta Valle
(per informazioni o idee scrivere alla casella mail [email protected]);
anche associazioni di nicchia come Rueido e la biblioteca Sertorio potrebbero rappresentare un’opportunità, se inserite in un contesto di collaborazione ed interazione tra le diverse offerte presenti sul territorio.
Ovvio che, a fronte di tante proposte, si senta la necessità di un calendario comune e condiviso. I turisti reclamano una vacanza attiva, chiedono intrattenimenti, svago ed informazioni e sono più interessati alla storia locale che non gli stessi residenti, ma troppo spesso manca un coordinamento sul territorio e soprattutto, come ha ben sottolineato Massimo Favaron, manca una pianificazione seria e univoca, che sia in grado di ragionare in termini di “marketing della cultura” e che ci consenta di sfruttare al meglio il nostro patrimonio. È eclatante, ad esempio, che in una serata dedicata alla cultura non siano state rappresentate alcune delle realtà culturali più significative quali il Forte di Oga (più di 10.000 presenze nel 2016), le Ferriere Corneliani, il Museo dei Sanatori di Sondalo e il Museo Vallivo di Valfurva (che opera da più di 30 anni!).
La mancanza di una cabina di regia mandamentale è un punto dolente che prima o poi dovrà necessariamente essere affrontato, se davvero si vorrà presentare la nostra offerta turistica in modo più competitivo ed efficace. Non solo verso l’esterno, ma a partire dai nostri stessi operatori economici, molti dei quali ignorano la nostra ricchezza storica e – ancor più assurdamente – la ritengono qualcosa di superfluo per il turismo.

Anna