LA MONTAGNA HA LA SUA LEGGE: UN FUTURO DA RISCRIVERE PARTENDO DA UNA STRATEGIA CON AZIONI CONCRETE
Una svolta epocale che proietta le montagne nel futuro, un'opportunità e insieme una responsabilità per un percorso da costruire: il disegno di legge sulla montagna, dopo l'adozione in Senato, è legge. Un provvedimento molto atteso che ha visto l'impegno di Uncem lungo un dibattimento parlamentare iniziato oltre un anno e mezzo fa, trent'anni dopo il precedente provvedimento che risale al 1994. Ora le aree montane, che rappresentano il 35% del territorio italiano, possono contare su uno strumento legislativo ad hoc che ne inquadra il ruolo, introduce misure per lo sviluppo e stanzia 200 milioni di euro. «Quello raggiunto è un risultato straordinario che si deve all'impegno di tante persone e in particolare alla forte volontà del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli - sottolinea il presidente di Uncem Lombardia Tiziano Maffezzini -. È un cambio di prospettiva, un approccio nuovo che guiderà le nostre azioni per sostenere lo sviluppo, contrastare le criticità e risolvere i problemi legati allo spopolamento e all'impoverimento dei servizi. Si partirà dalla Strategia per la Montagna Italiana per individuare le priorità e prevedere interventi utili ai territori che verranno attentamente monitorati per verificarne l'efficacia, in tutti gli ambiti. C'è la necessità di fare bene e presto: questo sarà il nostro impegno».
È sufficiente scorrere i 35 articoli della legge per comprendere la portata di un provvedimento che inquadra uno ad uno problemi atavici che, in anni recenti, complici la modernità e il cambiamento degli stili di vita, sono diventati emergenze. La base è rappresentata dalla classificazione dei Comuni realmente montani, con criteri oggettivi: una definizione chiara sino ad ora mai sancita in una legge dello Stato. Da agevolazioni e incentivi per gli operatori della scuola e della sanità, tali da favorire la permanenza, alla promozione di servizi per l'infanzia a vantaggio del ripopolamento, dalla riduzione delle tariffe delle utenze per le famiglie alle misure fiscali per stimolare l'imprenditorialità, dalla valorizzazione dei sistemi agro-silvo-pastorali alla tutela dell'ambiente, fino alla conversione digitale per potenziare i servizi resi da remoto. Soddisfare i bisogni, garantendo servizi di alto livello, dalla cura all'assistenza e all'istruzione, e offrire opportunità in termini lavorativi sono gli ambiti entro i quali sviluppare una politica per la montagna.
«Se questa è la svolta che attendevamo, siamo consapevoli che la sfida inizia ora - conclude il presidente Maffezzini -. Starà a noi, anche sulla base dei decreti attuativi che seguiranno, cogliere le opportunità offerte dalla legge per disegnare il futuro della montagna, puntando su un nuovo sviluppo che faccia perno sulle persone: sia su chi in montagna è nato e ha sempre vissuto e su chi l'ha lasciata, prima per studiare e poi per lavorare, che su coloro i quali ne sono attratti e vorrebbero costruire il loro progetto di vita nei nostri paesi. Il nostro impegno come amministratori pubblici all'interno di Uncem si intensificherà ulteriormente affinché quanto sancito dalla legge si trasformi in azioni concrete».
- Uncem Lombardia segreteria -
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