VALTELLINA EXTREME BREVET: FATICA, AMICIZIA, RICORDO

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VALTELLINA EXTREME BREVET: FATICA, AMICIZIA, RICORDO

Mar, 20/06/2023 - 15:18
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Un clima di intensa partecipazione emotiva tra concorrenti e organizzatori
VEB

Ci sono manifestazioni sportive in cui a contare non sono i grandi numeri, ma le relazioni che si allacciano tra tutti i soggetti coinvolti; relazioni che – nate da un incontro spesso casuale – si trasformano in rapporti di amicizia che vanno al di là del tempo e dei confini e che si rinnovano a ogni occasione. Come la VEB, acronimo di Valtellina Extreme Brevet, che è una forma di ciclismo autarchico per pochi, motivati concorrenti e che l’US Bormiese organizza perché rappresenta, forse più di tanti altri eventi, la dimensione più epica e suggestiva della bicicletta. Andar per le strade senza orari, spesso in solitaria, su e giù per i valichi alpini con ogni tempo atmosferico e potendo contare solo su sé stessi; il “randagismo” è un fenomeno trasversale che tocca molti ciclisti e – invero – non solo giovani: alla VEB l'età media dei partecipanti è di 50 anni!

Quattro i brevetti previsti, a ciascuno dei quali corrisponde un giro di oltre 100 km di media sui passi alpini che circondano il Bormiese: Stelvio, Gavia, Mortirolo, Bernina, Forcola, Eira, Foscagno con il campo-base fisso al Centro Sportivo Pentagono dove per questi 40 randonneur l’organizzazione ha allestito una zona-dormitorio con servizi e soprattutto un ristoro con scelta di 8 menù per riprendere le forze ed affrontare il brevetto successivo. Un trattamento a 5 stelle particolarmente apprezzato dai concorrenti e che contribuisce a creare un clima di fraterna solidarietà tra chi vive l’avventura sui pedali come una sfida personale e chi, quella sfida, aiuta ad affrontarla e superarla e quasi la vive attraverso le sensazioni di ogni “randagio” (così vengono chiamati questi ciclisti solitari). La mera cronaca racconta di 32 partiti e 26 arrivati e per 11 di loro ben 447 km percorsi, cioè il totale dei quattro brevetti. Il meranese Hugo Mondini riceve il premio “Camoscio d’Oro” – assegnato non sulla base di un riscontro cronometrico ma per riconoscere la costanza e l'impegno del concorrente – e rientra in Val Venosta estasiato dall’esperienza, tanto da voler “studiare e importare” nell suo paese il modello organizzativo dell’US Bormiese. Cinque le donne presenti, con brevetti differenti per ciascuna: la tiranese Rosanna Busi, la veronese Catia Peroni, la catanese Dafne Impellizzeri, l’equadoregna Cecilia Vaca Jones e la pluricampionessa della Nazionale randonneur Rosanna Idini (che è anche tesserata US Bormiese).

Il clima di genuina amicizia della VEB 2023 si è ulteriormente rinsaldato nel ricordo di due amici: Mario Fumagalli e Nazzareno Gioia. Al primo è stato intitolato il Memorial della VEB che assegna sia il “Camoscio D’Oro”, sia il premio per la società col maggior numero di partecipanti (la società Passo Lento di Rovellasca); a Nazzareno Gioia, "randagio" scomparso alla fine dello scorso anno che spesso aveva affrontato le salite della VEB, l'organizzazione ha dedicato il pettorale n. 1, che non verrà più assegnato per preservarne la memoria.

Anna L.

Foto: Dante "Pisi" Guasconi