SpaH presenta la nuova programmazione 2026: la vita che vogliamo, insieme
C’è un luogo ad Albosaggia dove la parola “casa” non è una metafora, ma una realtà tangibile. Alla Casa di SpaH gli spazi parlano di calore umano, di relazioni che si intrecciano tra un piano e l’altro, di ragazzi che scendono per offrire un aiuto in cucina o salire a bussare alla porta del coabitante solidale per invitarlo a pranzo. È un microcosmo vivo, pulsante, dove le autonomie si imparano nel respiro quotidiano della vita condivisa e dove, come ricordava il pedagogista Andrea Canevaro, «l’indipendenza prende forma non nel rapporto uno-a-uno, ma dentro una trama di legami ampia e ricca».
In questo scenario profondamente umano, mercoledì 26 novembre la Fondazione Albosaggia ha presentato la nuova programmazione 2026 del Servizio SpaH – Benessere in Comunità che, nato nel 2014 con soli 6 utenti, in questi dieci anni ha coinvolto circa 40 famiglie ospitando ad oggi ben 20 iscritti. Una presentazione partecipata, sentita, ospitata proprio nella nuova Casa di SpaH, alla presenza delle famiglie, della comunità, del Consiglio di amministrazione della Fondazione Albosaggia guidato dalla presidente Ornella Forza, insieme al direttore Paolo Messina.
A condurre la serata, l’intera équipe educativa: la coordinatrice pedagogista dott.ssa Ornella Mozzi, la psicologa dott.ssa Simona Brini, la pedagogista dott.ssa Silvia Folini, il tecnico dei servizi sociali Stefano Schivalocchi e la pedagogista dott.ssa Alessandra Murada. Un gruppo di professionisti che da più di dieci anni accompagna i giovani di SpaH in percorsi di crescita che non si ripetono mai identici, perché ciascuna persona porta con sé un cammino irripetibile, un tempo proprio, un modo unico di stare nel mondo.
La programmazione 2026 nasce infatti proprio da qui: dall’ascolto e dall’osservazione quotidiana, dal rispetto dell’individualità e dalla capacità di costruire proposte che siano insieme solide e flessibili. Nella Casa di SpaH nessuno è considerato un “utente”, ma una persona con una storia, con desideri, paure, talenti e fragilità. L’obiettivo non è solo sostenere, ma rendere protagonisti, permettere ai giovani di fare, provare, sbagliare, rialzarsi sapendo di avere accanto una presenza che accompagna senza sostituirsi.
Il cuore della progettazione 2026 rimane il tema del “Durante Noi, Dopo di Noi”. Un’espressione che a SpaH non identifica soltanto le esperienze di residenzialità o le palestre di autonomia – pure presenti e in crescita – ma un modo quotidiano di vivere insieme. Anche chi non è pronto a un percorso abitativo sperimenta piccoli passi di autonomia, relazioni più mature, responsabilità condivise. Ogni gesto diventa apprendimento: preparare un piatto nuovo, orientarsi in città, collaborare in un contesto lavorativo, gestire un’emozione difficile, riconoscere un limite, chiedere aiuto.
La nuova programmazione amplia e raffina molte delle attività storiche e introduce elementi innovativi, tra cui laboratori dedicati alla cucina, alla teatralità, alle emozioni, alla teoria musicale. Lo sport si arricchisce con l’arrampicata e con il tango argentino, in una collaborazione che tende ancora una volta un filo tra SpaH e il territorio. L’intento rimane quello di vivere spazi sociali reali, non protetti né separati. SpaH educa il territorio tanto quanto educa i propri ragazzi: li porta fuori, li mette in scena, li espone alla vita affinché la comunità impari a riconoscere le persone con disabilità come parte essenziale del tessuto sociale.
Nelle parole della presidente della Fondazione Albosaggia Ornella Forza, «questa programmazione è molto più di un calendario di attività: è una dichiarazione d’intenti. È la prova concreta che crediamo in una comunità che cresce insieme ai suoi ragazzi, e grazie ai suoi ragazzi. SpaH è la dimostrazione che la fragilità, quando incontra un contesto accogliente, diventa forza generativa, capace di trasformare non solo le vite individuali ma l’intero territorio».
La serata si è conclusa con un clima di grande partecipazione, quasi familiare, che rispecchia l’essenza stessa di SpaH: un luogo dove si entra per trovare servizi e si rimane perché si scopre un senso di appartenenza. Un posto dove la parola “autonomia” non è la meta solitaria di un percorso arduo, ma il risultato naturale di relazioni buone, intense, autentiche.
Nella Casa di SpaH tutto parla di futuro. Un futuro che non arriva all’improvviso, ma si costruisce insieme, giorno per giorno, passo dopo passo, nella vita che vogliamo.
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