“Si convochi al più presto il tavolo interministeriale per le politiche del lavoro frontaliero”

2
min di lettura

“Si convochi al più presto il tavolo interministeriale per le politiche del lavoro frontaliero”

Mar, 31/10/2023 - 15:30
Pubblicato in:

I dieci consigli sindacali interregionali, enti bilaterali riconosciuti dalla CES
(confederazione europea dei sindacati), costituiti dalle 19 organizzazioni sindacali italiani
ed estere sulle frontiere dell’Italia con i nove stati confinanti e limitrofi, r iuniti a Riccione
il 26 e 27 ottobre nel loro primo convegno internazionale, chiedono l’avvio di un confronto
a tutto campo sulle politiche del lavoro frontaliero e transfrontaliero a partire dalla
costituzione del tavolo interministeriale ottenuto nell’in tesa tra sindacati confederali
italiani e Governo e recepito nella legge 13 giugno n° 83/2023 approvata in via definitiva
a luglio di quest’anno.
Prioritariamente è necessario, a
nalogamente a quanto già avviato in alcuni importanti
territori di confine, l’istituzione di un ‘Osservatorio del mercato del lavoro
transfrontaliero con l’obiettivo di redigere annualmente uno specifico rapporto dedicato,
con particolare riferimento al monitoraggio del fenomeno e agli ostacoli alla mobilità d i tali
lavoratori, in modo da sopperire ad un deficit di conoscenza adeguata ed aggiornata del
fenomeno, che consenta di condividere le iniziative congiunte c he su questo terreno
possono assumersi
Non è più rinviabile il
riconosc imento esplicito in tutte le convenzioni fiscali che il Governo
sottoscrive con i Paesi di confine o limitrofi o di emendare in questo senso quelle già
esistenti il caso specifico dei lavoratori frontalieri, introdu rre una norma ad hoc che ne
regoli la tassazione sul reddito in virtù della loro specifica condizione , oggi mancante,
come accade per esempio nelle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni
sottoscritte con Croazia e Slovenia; E’ urgente
correggere l’attuale disciplina sull’assegno unico e universale, riconoscendo
il pieno diritto delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri impiegati in Italia a percepirlo e
attuando le procedure amministrative che consentano ai frontalieri residenti in Italia e
attivi nei Paesi confinanti o limitrofi di percepire l’eventuale integrazione loro dovuta,
sanando un evidente infrazione del diritto europeo o degli accordi bilaterali sulla sicurezza
sociale; di modificare l’attuale normativa che lim ita la fruizione dei diritti sociale alle
lavoratrici e ai lavoratori frontalieri legandoli alla residenza;
E’ auspicabile
sottoscrivere in tempi brevi l’Accordo Quadro europeo sul telelavoro
transfrontaliero entrato in vigore il 1° luglio 2023 per i Paesi aderenti, che consente di
mantenere invariata la legislazione in materia di sicurezza sociale del Paese di lavoro in caso di lavoro da remoto dal Paese di residenza, a condizione che il tempo di lavora
complessivo resti al di sotto del 50%; e, conseguentemente, di allineare a tale limite anche
le regole del trattamento fiscale, rendendo effettivo l’esercizio del diritto al telelavoro anche
per lavoratori frontalieri.
E’ indispensabile
stralciare la nuova e sul sistema sanitario universale , norma
contenuta nella bozza della legge di bilancio, che prevede un prelievo dal 3 al 6 per cento
sui salari netti delle lavoratrici e lavoratori frontalieri, con la paradossale conseguenza di
riprendersi ciò che faticosamente abbiamo ottenuto con la sotto scrizione del Memorandum
d’intesa nel 2020 sul nuovo accordo relativo all’imposizione fiscale dei frontalieri.
E’ utile
armonizzare il trattamento fiscale delle prestazioni previdenziali di tutti i
frontalieri, estendendo l’aliquota del 5% prevista per i nostri ex lavoratori frontalieri attivi
in Svizzera o nel Principato di Monaco anche agli ex frontalieri che hanno svolto l’attività
lavorativa nella Repubblica di San Marino;

Riccione (RN), 27 ottobre 2023

I Responsabili Nazionali dei Frontalieri italiani
Giuseppe Augurusa CGIL
Marco Contessa CISL
Raimondo Pancrazio UIL

I consigli sindacali interregionali
Liguria Paca;
Piemonte Valle d’Aosta Arco Lemanico;
Piemonte Lombardia Ticino
Lombardia Sondrio Grigioni
Alpi centrali Austria Grigioni
Friuli Venezia Giulia Carinzia
Nord est Friuli Venezia Giulia Slovenia
Italo Croato Alto Adriatico
San Marino Emilia Romagna Marche;
Malta Sicilia