FRAMMENTI DI STORIA: LA BOTTEGA DELLA FAMIGLIA ANESI TORNA PROTAGONISTA DELLA STORIA DI BORMIO
Nel maggio 2007 il mondo artistico bormino fu scosso da un ritrovamento eccezionale che ridisegnava il panorama dei pittori e dei committenti come fino ad allora era stato conosciuto. Tutto prese le mosse dalla sensibilità di un falegname, che sotto 3 tavole di legno di aspetto macilento seppe intravedere lo spiraglio di un’opera di ottima fattura: un’intuizione che consentì agli studiosi di risolvere uno dei più lunghi enigmi in campo pittorico e di attribuire, finalmente, la giusta committenza a una serie di lavori eseguiti tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.
Infatti, l’attribuzione - forse un po’ frettolosa - di queste opere era stata data al noto “Giovannino da Sondalo”, mentre in realtà esse uscivano dalla bottega del pittore Menico Anesi di Bormio, attivo insieme al fratello Nicola. L’equivoco nacque perchè l’autore di un affresco a Morignone venne confuso con il committente, il facoltoso “Giovannino del fu Stefano di Lorenzino di Sondalo” che fece abbellire la sua casa dall’Anesi.
Originaria di Grosotto, la famiglia Anesi si stabilì a Bormio nel Quattrocento avviando una fiorente attività di carpenteria con cui si arricchì e si conquistò posizioni di prestigio anche dal punto di vista politico-amministrativo. Menico Anesi esercitava anche l’arte della pittura con committenze molto importanti: lo testimonia proprio il disegno del crocifisso a lui attribuito e rinvenuto nel 2007, che sicuramente era collocato nella sala (stuffa magna) dove si riuniva il Consiglio di Popolo (organo legislativo), all’interno del palazzo chiamato “Cortivo”, uno degli edifici pubblici più importanti del Contado che si affacciava proprio sulla “platea mastra”.
Anna
I. SILVESTRI, Menico Anesi e il crocifisso del Cortivo, Bollettino Storico Alta Valtellina n. 18/2015
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