Le pietre d'inciampo posate in provincia non devono avere distinzioni

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Le pietre d'inciampo posate in provincia non devono avere distinzioni

Lun, 19/05/2025 - 17:34
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Nella giornata di sabato 17 maggio a Tirano e Montagna sono state inaugurate due pietre d'inciampo dedicate rispettivamente alla memoria di Camillo Lorenzo Svanosio e di Alessandro Lavelli, deceduti in seguito alla deportazione in Germania nel corso del secondo conflitto mondiale.

Si tratta di una meritoria novità in provincia di Sondrio, in quanto prima d'ora nessuna mattonella ricoperta d'ottone - opera dell'artista tedesco Gunter Demnig - era mai stata intitolata ad un martire valtellinese della Resistenza europea al nazifascismoo. In realtà va specificato che nel nostro territorio una pietra d'inciampo era già stata posizionata nel 2021 all'ingresso della scuola media Torelli di Sondrio in onore di Sophie Scholl, appartenente al gruppo antinazista tedesco della 'Rosa bianca' e uccisa in carcere, in occasione del centenario della sua nascita. Questa primogenitura ha evidentemente dato fastidio a qualche promotore del progetto provinciale 'Pietre d'inciampo' se è vero che la collocazione del manufatto nel capoluogo è stata considerata una sorta di plagio (semmai sarebbe l'incontrario, n.d.r.) nei confronti di quelle di posa recente. Non solo, ma si è arrivati a sminuire l'intitolazione alla Scholl affermando testualmente che lei è tedesca e non valtellinese, quasi a voler catalogare differentemente le vittime straniere ed autoctone del nazifascismo.

Trovo oltremodo irrispettoso e offensivo negare riconoscenza a una giovane che ha sacrificato la propria vita nella lotta al regime hitleriano e faccio presente che la Resistenza al nazifascismo fu un fenomeno europeo e non solo italiano o tedesco, visto e considerato che venne combattuta a partire dalla Norvegia fino ad arrivare alla Grecia. Inoltre posso assicurare, avendo partecipato alla cerimonia ufficiale di intitolazione avvenuta a Sondrio nel 2022  alla vigilia della giornata europea del 9 maggio, coincidente con la data di nascita di Sophie Scholl, che quella della Torelli è una vera e propria pietra d'inciampo e non una semplice targa come si vorrebbe insinuare. E' vero peraltro che è stata collocata davanti a una scuola e non di fronte all'abitazione di una vittima del nazifascismo, come vorrebbe il dettame dall'autore, però questo non toglie nulla al significato della posa e anzi ne rafforza la valenza perché ricorda agli studenti un tragico episodio della storia recente destinato altrimenti a restare sconosciuto e suona per giunta quale monito a non ripetere simili brutali esperienze. Meraviglia pertanto tanta ristrettezza mentale che mette in dubbio l'onestà intellettuale di chi fa uso di parole che andrebbero disarmate, per ripetere l'invito rivolto dal neo pontefice Leone XIV ai potenti del mondo. Io mi rivolgo più modestamente a persone che non desidero citare per non render loro indebita e ingiustificata pubblicità - anche se condivido la lodevole iniziativa, seppur partecipata da alcuni individui indegni di presenziare alle cerimonie - che avrebbe potuto essere esente da incomprensioni con un po' di buon senso e tolleranza da parte di coloro che non vogliono accettare altre ragioni.

Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio 

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