Grosio e Berbenno: un “momento” di agonismo calcistico … particolare!

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Grosio e Berbenno: un “momento” di agonismo calcistico … particolare!

Ven, 04/11/2022 - 20:12
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Il ruolo dell’arbitro risulta sempre essere di fondamentale importanza per il buon andamento/esito della partita!

Sondrio – In occasione di una partita di calcio - piuttosto turbolenta e con gli animi accesi – giocata in Valtellina e, in particolare, tra i sodalizi calcistici di Grosio e di Berbenno, siamo riusciti ad intercettare “Peo” (Berbenno calcio), il quale ha voluto portare all'attenzione di tutti gli appassionati sportivi e non … la situazione attuale in cui si trovano gli arbitri italiani (e non solamente) che sono preposti ad arbitrare!

“Purtroppo, dobbiamo segnalare che spesso gli stessi arbitri sono chiamati ad intervenire – sottolinea Peo - in situazioni di gioco non facili da affrontare, ma è ugualmente vero che – in alcune situazioni – sono loro stessi che … ahimè (in relazione alla loro condotta e al loro arbitraggio/operato) generano malumori e, soprattutto, malcontento tra i giocatori, tra i dirigenti e – soprattutto - tra il pubblico presente sugli spalti! Desidero, evidenziare, che la figura dell'arbitro deve essere inclusiva e non divisiva. Deve essere in grado - sempre - di sapere gestire un incontro di calcio e - in relazione a ciò - qualora necessario - sapere ammansire gli animi e contenerli nel gesto atletico sportivo, connotato da lealtà, puro agonismo … costruttivo e non distruttivo, oltre che da importante e determinante fair play! Questo tra i giocatori in primis e, a seguire, anche tra il pubblico che assiste all’incontro di calcio! Premetto - e lo sottolineo in modo assoluto – che le mie sottolineature … non sono un rimprovero e/o peggio ancora un revanscismo, ma una richiesta contributiva al formare sportivi D.O.C.G. e non meri antagonisti. Vorrei sperare, tanto, di essermi spiegato”.

“L'ingiustizia di un arbitraggio (purtroppo, come spesso accade) vanifica la bellezza del gioco sportivo – evidenzia Peoe quello che metto in risalto è successo – proprio - sul campo del Grosio calcio (recentemente) quando la stessa squadra ha affrontato il Berbenno, in una bella partita e giocata più che bene da entrambe le squadre e – specialmente - da parte del pubblico coinvolto, un comportamento/condotta esemplare in una visione (dell’incontro calcistico) felice e spensierata. Tuttavia, senza voler ledere onore, prestigio e decoro di chicchessia, l'arbitro (in questione) non mi è parso in grado di adempiere al suo dovere e, a mio avviso, ha commesso degli errori grossolani/marchiani durante tutta la partita. Errori che, sempre a mio modesto avviso, gli hanno fatto perdere il polso della partita ed hanno fatto sì che dal bel gesto sportivo - dal guizzo, allo scarto alla giocata e al dribbling - si passasse ad una mera espressione di fisicità indomita (con annessi e connessi). Ciò ha comportato che - una bella e ben giocata partita di calcio - sia stata poi connotata da troppo vigore fisico e - in ultimo - assenza di sportività e di fair play”.

“Sempre dal mio modesto punto di vista – conclude Peo - due ingiuste espulsioni, determinate dalla deconcentrazione arbitrale, hanno portato ad un risultato altrettanto ingiusto. Si confida - pertanto - che quest'arbitro … non venga più designato, se emergesse che egli non abbia avuto quelle capacità che gli consentono di dominare i propri nervi e gli consentano di prendere decisioni non di polso e/o sulla scorta di equivoci. In particolare, concedendo il beneficio dell'errore – quantomeno - se di un errore si è trattato, un arbitro dovrebbe (sempre) essere in grado sia di riconoscerlo, sia di rideterminare la propria decisione nel giusto, cosa che purtroppo io non ho visto. Concludo con un evviva il bel calcio”.

Il calcio, lo sport di squadra più diffuso al mondo, è spesso giocato - anche - durante le ricreazioni nei cortili delle scuole e/o durante le lezioni di ginnastica! Partendo da questo importante e basilare “presupposto” è opportuno evidenziare quanto segue … in occasione di quanto evidenziato in precedenza e soprattutto - anche – in occasione dei “primi” quarant’anni (1982 - 2022) del sodalizio calcistico del Berbenno Calcio. Dobbiamo, in assoluto, iniziare a “formare” – attraverso una serie di principi di formazione – le nostre future generazioni (oltre che noi adulti attraverso continui e mirati “aggiornamenti”) come succede per gli allenamenti effettuati in un club di calcio. Queste lezioni si basano su quattro principi molto elementari e didascalici!

Il primo, quello ludico/ricreativo: motivare i bambini a imparare a giocare a calcio, facendo leva sulla loro immaginazione e sulle loro emozioni; ciò significa, “dare loro dei compiti” che corrispondono al loro universo (per esempio … «dribblare attorno a delle isole e degli iceberg»).

Il secondo, “adattato ai bambini”: il metodo e la didattica devono corrispondere all’evoluzione, ai bisogni e alle competenze dei bambini. I bambini vogliono però anche ridere, imparare e competere. È solo in questo modo che possono essere motivati in maniera duratura!

Il terzo, “variato”: fondamentalmente, i bambini non sono degli specialisti, ma dei “tuttofare” curiosi e creativi. Per un’evoluzione globale, hanno bisogno di esperienze di movimento variate, in questo modo acquisiscono un’ampia base di competenze motorie.

Il quarto ed ultimo, “orientato verso situazioni di gioco”: il gioco è il miglior maestro. Le situazioni di gioco più importanti sono «segnare delle reti» ed «evitarle». È, infatti, in questo genere di situazioni che si vivono emozioni attraverso le quali si può imparare. Oltre all’assimilazione di questi quattro principi, per il buono svolgimento del gioco è necessario rispettare qualche regola elementare e scegliere forme di organizzazione appropriate durante le lezioni di educazione fisica, le ricreazioni e/o un torneo.

Tutto ciò per evidenziare e per fare capire “a noi adulti” quanto sia importante il buon esempio, oltre alle modalità educative che vengono – ogni giorno – impartite per la crescita dei nostri giovani tanto bisognosi di attenzioni, di buone maniere e di tanto affetto! Con la speranza che quanto accaduto non si verifichi più in futuro, ci auguriamo che le generazioni future sappiano – sempre – trovare nel gioco del calcio e dello sport (vera e formativa palestra di vita) - in generale - quegli stimoli veri, sinceri e trasparenti per crescere - “sportivamente” parlando - nelle migliori condizioni possibili!

 

Silvio M.

 

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