FRAMMENTI DI STORIA – BEGHE DI QUARTIERE A LIVIGNO NEL SEICENTO

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FRAMMENTI DI STORIA – BEGHE DI QUARTIERE A LIVIGNO NEL SEICENTO

Lun, 01/06/2020 - 16:43
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Un fonte battesimale distrutto a colpi di mazza e le tracce goliardiche di una disputa che (forse) arriva fino ai giorni nostri

1 giugno 2020

Tra le dispute di paese che possono annoverare le cronache locali ve n’è una che sembrerebbe uscita direttamente dalla penna di Guareschi (il quale, guarda caso, aveva soggiornato lì vicino, a Trepalle, da un certo don Parenti…).

Sin dal Medioevo i livignaschi si divisero in due fazioni che facevano capo ciascuna alla chiesa della loro contrada ossia S. Rocco per “Cò da sòr” e S. Maria per “Cò da sòt”. Nel XVII secolo la frazione di S. Rocco chiese l’indipendenza per ragioni di eccessiva distanza dalla parrocchiale, pretesa che venne aspramente contrastata dal parroco Giovanni Rampa nonostante il vescovo avesse già acconsentito al distacco. Sicchè, dopo la costruzione del nuovo fonte battesimale all’interno della chiesa di S. Rocco, nella primavera del 1656 alcuni uomini coperti con lenzuola si introdussero nell’edificio sacro e distrussero con potenti colpi di mazza il fonte battesimale.

I sospettati, si legge poi nei processi, erano stati visti entrare in chiesa la domenica successiva al misfatto con una certa sospettosa allegrezza e persino il parroco Rampa, parlando dell’episodio durante l’omelia, era stato visto sogghignare! I colpevoli furono arrestati, compreso un latitante che si era dato alla macchia e che, irrintracciabile, era stato denunciato dai suoi stessi parenti ai quali – a tale effetto – era stato sequestrato tutto il bestiame. Così i malcapitati confessarono di averlo fatto… per dispetto, dopo che i più vili mandanti li avevano istigati assicurandogli preventivamente il perdono della Chiesa.

Una vicenda reale a cui si potrebbe ispirare goliardicamente la disputa ancor oggi esistente tra i Truz e gli Spazzon durante l’invernale torneo delle contrade.

 

Anna

D. VALZER, Quando il fonte battesimale andò in mile tochi, Boll. 12/2009

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