L’ALTA VALLE NELLE FOTO INEDITE DI FINE OTTOCENTO DI UN AVVENTUROSO CAPITANO

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L’ALTA VALLE NELLE FOTO INEDITE DI FINE OTTOCENTO DI UN AVVENTUROSO CAPITANO

Mer, 10/07/2019 - 17:28
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mercoledì 10 Luglio, 2019

Con uno straordinario e fortuito colpo di fortuna il Centro Studi Storici Alta Valtellina ha avuto modo di entrare in possesso di un patrimonio documentario di grandissimo valore storico: circa 200 fotografie dell’Alta Valle risalenti al periodo 1894-1901 realizzate da un estroso artista genovese e recuperate grazie all’interessamento della consigliera Gisi Schena. Così, in modo del tutto improvviso, il paesaggio e i personaggi dell’Alta Valle tornano a vivere nelle immagini inedite e assolutamente uniche custodite a Genova insieme ad altre 10.000 foto circa scattate dal nostro protagonista. Il capitano Enrico Alberto De Albertis era un personaggio bizzarro, avventuroso, sperimentatore e – a quel che riferiscono i pettegolezzi d’epoca – grande tombeur de femmes. Dopo una vita movimentata trascorsa tra oceani ed esplorazioni africane, si dedicò a sistemare la sua residenza genovese, dove aveva raccolto i più svariati oggetti e strumenti che ora costituiscono il “Museo delle culture del mondo”. Durante i suoi viaggi ebbe occasione di soggiornare in Alta Valle, dove venne chiamato per realizzare alcune pregevoli meridiane tuttora esistenti (ai Bagni Vecchi e Nuovi, sulla casa Martinelli di Turripiano, alla pensione Alpina di Livigno). Oltre all’esecuzione (da autodidatta, fatto ancor più singolare) delle meridiane il De Albertis si dilettava nella fotografia e nel suo tempo libero gironzolava per le valli con la sua pesante attrezzatura per ritrarre ambienti, paesaggi, ritratti e quant’altro potesse interessarlo. Grazie a questa generosa passione ci ha lasciato un inestimabile tesoro che ora viene mostrato in anteprima nella mostra inaugurale di giovedì 11 luglio 2019 nelle sale espositive del Museo Civico di Bormio. Verrà esposta una selezione di 80 immagini fra le quali il visitatore potrà intuire l’umile e genuina quotidianità della nostra storia.

Anna