Due imminenti iniziative promosse da "Fermiamo il Riarmo", neo gruppo costituitosi all’indomani della presentazione del piano ReArm Europe e aderente alla campagna europea StopReArmEurope.

Il Comitato Bassa Valle di Fermiamo il Riarmo organizza per la sera del 26 luglio a partire dalle h. 20.00 un presidio in via Cappuccini a Morbegno (davanti all'Oratorio) dove verrà realizzata un’installazione sui temi della pace e della speranza.
La proposta riprende le modalità di un’analoga iniziativa di solidarietà per Gaza, già effettuata lo scorso 24 maggio con l’esposizione di sudari che richiamano la tragedia in corso in quella striscia di territorio. Il presidio si propone di lanciare lo stesso grido: “Non possiamo restare indifferenti! Non possiamo restare in silenzio! Il silenzio è complicità”. Al contempo si vuole lasciare a chi vorrà coglierlo un messaggio di speranza: una speranza che va però costruita, nella concretezza delle scelte quotidiane, con reali azioni di pace e di contrasto alla logica della guerra e del riarmo. Logica conseguenza di questo messaggio sarà quindi la contestuale richiesta della sospensione immediata di ogni accordo commerciale e di ogni compravendita di armi tra Italia e Israele.
“RIARMO: LA FOLLIA DEL 5%” SEMINARIO ON LINE LUNEDI’ 28 LUGLIO ORE 20.30 CON ALESSANDRO VOLPI (in allegato la locandina)
Questa proposta vuole rappresentare un momento di formazione per approfondire le tematiche relative alla recentemente decisione di portare la spesa militare fino al 5% del PIL annuo, assunta nel corso del vertice NATO all’Aja del 24-25 giugno scorso. La relazione introduttiva sarà tenuta dal prof. Alessandro Volpi, docente all’università di Pisa, esperto di finanza, autore di numerose pubblicazioni e collaboratore della rivista Altreconomia. Obiettivo dell’iniziativa è di fornire elementi di analisi sulle dinamiche economiche e geopolitiche che sono alle origini dell’attuale assetto delle relazioni internazionali segnato da forte instabilità, guerre e corsa al riarmo. L’attenzione sarà focalizzata al riarmo europeo e alle conseguenze che l’aumento delle spese militari porterà ai cittadini in molteplici campi: già ora l’aumento della spesa militare sottrae risorse alla sanità, all’istruzione, allo stato sociale e all’ ambiente; la militarizzazione della società alimenta pericolose pulsioni antidemocratiche e autoritarie; le guerre e la corsa al riarmo aggravano la crisi climatica e sottraggono risorse alla transizione ecologica ed energetica che dovrebbe invece avere la priorità nelle politiche dei governi. Infine il clima di guerra che accompagna il riarmo pianificato in ReArm Europe è per noi eticamente incompatibile con quei valori di pace, giustizia, salvaguardia dei diritti che invece dovrebbero essere al centro di ogni discorso collettivo.
- Lorenzo Scaramellini -
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