Clima e impatti sui sistemi idrici: Water Alliance – Acque di Lombardia e Politecnico di Milano in prima fila nella ricerca

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Clima e impatti sui sistemi idrici: Water Alliance – Acque di Lombardia e Politecnico di Milano in prima fila nella ricerca

Mar, 03/06/2025 - 16:57
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Presentati i risultati dello studio ai responsabili e tecnici delle 13 aziende retiste

Milano, 3 giugno 2025 - Sviluppare un modello digitale che consenta di anticipare i tempi e prepararsi con adeguatezza ai cambiamenti climatici, è questo lo scopo dello studio commissionato da Water Alliance – Acque di Lombardia al Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale.
Water Alliance è una rete di impresa composta da Acque Bresciane, Alfa, BrianzAcque, Como Acqua, Gruppo CAP, Gruppo TEA, Lario Reti Holding, MM, Padania Acque, Pavia Acque, SAL, Secam e Uniacque; le tredici aziende pubbliche del Servizio Idrico Integrato che insieme garantiscono il servizio a circa otto milioni e mezzo di abitanti, oltre 1'85% della popolazione residente in Lombardia.
“A fronte della grande responsabilità che abbiamo verso gli abitanti della nostra regione, si è rivelato fondamentale dotarci di uno strumento che consentisse di studiare e prevedere l’impatto dei cambiamenti climatici sugli acquiferi lombardi, in termini di quantità, tempistiche, movimento e disponibilità – ha dichiarato Raffaele Pini, portavoce di Water Alliance – Acque di Lombardia – È stato quindi naturale lanciare un’alleanza con un’eccellenza del calibro del Politecnico di Milano per arrivare ad avere un modello digitale che, consentendo una rigorosa quantificazione dell’incertezza, ci aiutasse nella pianificazione degli investimenti futuri e nella gestione di reti e impianti esistenti”.
Tale modello è stato presentato il 3 giugno a responsabili e tecnici di tutte le 13 aziende di Water Alliance: grazie al lavoro condotto dai gruppi di lavoro dei professori Monica Riva, Alberto Guadagnini, Laura Longoni e Monica Papini, con il supporto di Andrea Abbate, Leonardo Sandoval Pabon e Andrea Manzoni, i gestori del servizio idrico lombardo potranno informare il proprio processo decisionale su analisi in grado di incorporare gli effetti del cambiamento climatico sulle fonti di approvvigionamento. Tramite questo approccio, sarà possibile migliorare l'efficienza dei sistemi esistenti ed effettuare investimenti mirati per garantire la resilienza della rete.
Fondamentale per la realizzazione di tale strumento è stato anche lo studio della tendenza futura delle Linee segnalatrici di possibilità pluviometrica, che rappresentano come le piogge influenzeranno il sistema idrico.

Da questo studio emerge come lo scenario più critico sia anche quello considerato più probabile, prevedendo l’alternanza di periodi di siccità estrema ad altri di piovosità intensa. Anche se non vi saranno grandi variazioni nell'accumulo complessivo, i giorni di pioggia diminuiranno significativamente, aumentando l'intensità delle precipitazioni. Entro il 2081, infatti, il tempo di ritorno delle precipitazioni – ovvero la probabilità che si realizzerà – si dimezzerà, con eventi estremi che si verificheranno a frequenza raddoppiata rispetto ad oggi. La realizzazione di tale strumento ha richiesto anche l’analisi delle proiezioni future delle Linee Segnalatrici di Possibilità Pluviometrica (LSPP), utili per stimare le piogge intense che influenzeranno in futuro il sistema idrico. Lo studio, condotto sulla Regione Lombardia con 15 modelli climatici EURO-CORDEX e scenari RCP 8.5, evidenzia un aumento dei quantitativi di precipitazione estrema e una significativa riduzione dei tempi di ritorno. Entro il 2100, eventi oggi considerati rari, come le piogge con tempo di ritorno di 20 anni, potrebbero verificarsi con frequenza doppia, aumentando il rischio di insufficienza delle infrastrutture idrauliche se non adeguatamente progettate. Riteniamo dunque che lo studio effettuato sia di valenza ingegneristica soprattutto per attuare procedure di pianificazione degli interventi che tengano conto consapevolmente degli effetti climatici futuri sulle precipitazioni intense. Infatti, le indicazioni sull’incremento dei quantitativi di pioggia intensa, unitamente alla riduzione dei tempi di ritorno, saranno utili al fine di indirizzare le progettazioni in ambito idraulico incrementandone la sicurezza e la resilienza di fronte alle future variazioni del clima.
“Oltre l’80% dell’acqua potabile consumata in Lombardia proviene dalle falde acquifere. Per garantire una gestione sostenibile di questa risorsa essenziale, è fondamentale disporre di strumenti di previsione avanzati. Per rispondere a questa esigenza, è stato sviluppato un modello idrogeologico integrato del sistema acquifero del fiume Po, che copre un’estensione di circa 87.000 km² e una profondità di 220 metri. – ha dichiarato Vincenzo Lombardo, Direttore Generale di Lario Reti Holding S.p.A. e coordinatore del Gruppo di Lavoro che ha prodotto lo studio – Il progetto, avviato nel 2022, ha previsto fasi di raccolta e analisi dati, ricostruzione probabilistica dei geo-materiali, calibrazione, validazione e simulazioni previsionali. Grazie all’impiego di reti neurali e all’elaborazione di oltre 450.000 dati litostratigrafici, è stato possibile costruire una mappa tridimensionale dell’architettura del sottosuolo, includendo anche l’incertezza legata alla distribuzione dei geo-materiali. Il modello simula le principali dinamiche idrologiche, tra cui infiltrazione, emungimenti e interazioni tra acque superficiali e sotterranee. Le simulazioni si estendono fino al 2100 e si basano su due scenari IPCC (SSP1-2.6 e SSP5-8.5), offrendo un supporto strategico fondamentale per la pianificazione e la protezione delle risorse idriche nel lungo periodo.”
Le proiezioni, che coprono una superficie di circa 80mila chilometri quadrati, includendo l’intero bacino del Fiume Po e nello specifico la regione Lombardia, potranno essere aggiornate con l’acquisizione continua di nuove informazioni, ivi inclusi fattori di natura antropica, mantenendosi così sempre attuali.

Ivan Garavaglia

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