EMOZIONI IN ARTE NELLA MOSTRA DEGLI UTENTI DEL CPS DI BORMIO
Cos’è “casa”?
Qual è il significato, e il valore, che attribuiamo a questa parola e a quelle quattro mura in cui trascorriamo la nostra vita?
Già il tenero extraterrestre ET della nostra infanzia ci ricordava quanto fosse vitale avere una casa, e degli affetti, a cui tornare.
Oggi sono gli utenti del Centro Psico Sociale (CPS) diurno di Bormio che ce lo ribadiscono attraverso una mostra che vi invito caldamente a visitare.
È il risultato di un progetto realizzato dal CPS e che ha trovato l’immediata adesione del dott. Paolo Risaro, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Valtellina Alto Lario, e della dott.ssa Sara Giulianelli dirigente responsabile del CPS Bormio-Tirano, mentre il comune di Bormio ha messo subito a disposizione gli spazi espositivi del mulino Salacrist.
«Il progetto – spiega Elena Pedranzini, una delle referenti che ha collaborato alla sua realizzazione – è nato un po’ per caso; abbiamo pensato di far esprimere agli utenti del CPS il loro vissuto attraverso dei lavori manuali che avessero un filo conduttore e il tema scelto è stato “la casa”. Utilizzando varie tecniche e mescolando tra loro diversi materiali, i protagonisti sono così riusciti ad esprimere il proprio racconto di sé. Un’esperienza forte anche per noi, che abbiamo condiviso il loro viaggio e li abbiamo visti aprirsi grazie all’arte, uno spazio dove tutti si possono liberamente esprimere e che soprattutto consente di esprimere il non-verbale».
«È stato bello vedere crescere il loro entusiasmo man mano che si mettevano all’opera – prosegue Simona Vitalini, educatrice presso il CPS diurno – e questo ha aiutato anche noi, che li abbiamo conosciuti meglio».
Resterete sbalorditi da ciò che queste persone – ciascuna con la sua storia, anche faticosa, sulle spalle – sono state in grado di creare: lavori manuali talmente raffinati ed espressivi da lasciare di stucco il visitatore..
Troverete i loro sogni nel cassetto, le loro riflessioni e le emozioni che traspaiono guardando le opere che hanno realizzato, alcune delle quali veramente superbe per il lavoro che hanno richiesto, come l’enorme casa costruita interamente con la tecnica degli origami, suddivisa in locali e completa di mobili: il salotto con la TV e il divano, il pianoforte, la cucina con tanto di scopa, paletta e bollitore, il bagno con lavabo e persino i pomelli. E poi, quel particolare delle pantofole appoggiate sulle scale e sul tappeto, che suggeriscono l’intimità domestica di una casa dove si attende il rientro di qualcuno. Una vera opera di maestria artigiana.
Ma anche le cornici dei disegni e delle fotografie realizzate con i semplici prodotti naturali del bosco, oppure con cannucce fatte di carta, o ancora con fili incrociati.
Oggetti semplici che circondano, racchiudono e custodiscono significati universali.
La “casa” ha interpretazioni infinite, è uno spazio personale ma che diventa anche comunità: nella famiglia, nel vicinato, nel paese. E non a caso, il percorso finale di questa mostra è costituito da un grande pannello che ritrae un villaggio e che i protagonisti del progetto hanno realizzato condividendo le proprie idee e le proprie esperienze sul tema “casa”.
Questa mostra ci invita a non darla per scontata ma a scoprirne l’essenza nascosta tra le pareti.
Anna L.
La mostra è allestita presso il mulino Salacrist di Bormio ma solo per 4 giorni!
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