LA FONTE FERRUGINOSA DI S. CATERINA VALFURVA

1
min di lettura

LA FONTE FERRUGINOSA DI S. CATERINA VALFURVA

Mer, 09/08/2023 - 20:51
Pubblicato in:
I primi sviluppi turistici, le iniziative imprenditoriali, il turismo signorile ed elegante

La fonte ferruginosa di S. Caterina, così come si era venuta sviluppando tra Ottocento e Novecento, era sicuramente un prototipo turistico del tutto eccezionale e unico in tutto l’arco alpino. Bastano le foto d’epoca a testimoniare il prestigio di cui godeva la piccola località posta in fondo alla Valfurva, in una zona altrimenti destinata al solo pascolo o, tuttalpiù, all’alpinismo. La presenza della cosiddetta “aqua forta”, scoperta agli inizi del Settecento, dette il via a una storia di investimenti e di imprenditoria che per diversi decenni fece dell’antica “Magnavacha” (il nome originario di S. Caterina) il ritrovo del bel mondo.

Lorenza Fumagalli, presidente del Centro Studi Storici Alta Valtellina, ha raccontato la storia della fonte e del primo stabilimento alberghiero in una serata assai apprezzata dall’uditorio convenuto presso il Polifunzionale di S. Caterina Valfurva martedì 8 agosto 2023.

Dalla prima semplice colonna di larice, realizzata nel 1742 e che lasciava zampillare l’acqua ferruginosa, alla costruzione dei Padiglioni orientaleggianti in stile liberty che caratterizzarono la località sino al secondo dopoguerra, dal fallimento della ditta Giongo che li aveva creati sino all’acquisto della fonte da parte del comune di Valfurva, avvenuto nel 1952. In mezzo, controversie legali, i periodici collassi della strada (che esigeva una costante e costosa manutenzione), 3 alluvioni del Frodolfo e 2 guerre mondiali che non hanno certo aiutato gli imprenditori, nonostante il fiorente concorso di visitatori.

Una storia coraggiosa e pionieristica purtroppo conclusasi con il completo abbattimento dei Padiglioni e la perdita della fonte per far posto alla nascente e più moderna e redditizia industria dello sci, con la quale il Bormiese entrò nel novero delle grandi stazioni turistiche invernali delle Alpi.

Perduta la fonte originaria in epoca moderna, sta a noi conservarne almeno la memoria e tentare – laddove possibile – il recupero del reticolo che sicuramente ancora esiste, latente, sotto il terreno.

Nel frattempo, si sta approntando il progetto della cosiddetta “Acquateca”, un piccolo spazio museale che racconterà la storia della fonte ferruginosa, oggi ancora misconosciuta ai più.

Anna

Per approfondimenti: