LA MONTAGNA È SPERANZA: DALLA VALTELLINA AL CONGRESSO NAZIONALE IN ABRUZZO PER RIBADIRE IL RUOLO CENTRALE DI CHI VIVE NEI TERRITORI
Il futuro della montagna deve essere deciso da chi vive in montagna e le scelte operate a livello nazionale devono vedere protagonisti i territori montani e chi li rappresenta. La base di partenza è rappresentata dai numeri contenuti nelle quasi 800 pagine del Rapporto Montagne 2025, nato nell’ambito del Progetto Italiae del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, attuato da Uncem, uscito nel giugno scorso. La presentazione del Rapporto Montagne 2025, che si è svolta martedì scorso a Morbegno, per iniziativa del presidente della Comunità Montana Valtellina di Morbegno Maurizio Papini, davanti a numerosi amministratori dei Comuni del mandamento, è stata l'occasione per ribadire la necessità di intervenire con misure ad hoc: per le giovani coppie, per l'imprenditorialità, per i servizi e per le connessioni tecnologiche. In apertura è intervenuto il sindaco di Morbegno Patrizio Del Nero, che ha evidenziato la visione positiva che esce dal Rapporto Montagne 2025, un'inversione ancora poco marcata ma sostanziale rispetto al passato. Il presidente Papini ha illustrato i 17 interventi, per 14,4 milioni di euro, inseriti nell'Area Interna "Valle Brembana e Valtellina di Morbegno", una delle 14 attivate in Lombardia, che unisce 62 Comuni, nata con l'obiettivo della rigenerazione sociale ed economica dei territori coinvolti.
L'incontro di Morbegno si è svolto a pochi giorni dal XIX Congresso nazionale e Assemblea Uncem, in programma il 12 e 13 dicembre a L'Aquila: il consesso nel quale verranno presentate le istanze della montagna, alla presenza dei sindaci di tutta Italia. Il presidente di Uncem Lombardia Tiziano Maffezzini si è rivolto agli amministratori presenti evidenziando l'importanza di essere proattivi. «Questo incontro è un importante momento di confronto e di scambio - ha detto -: le grandi progettualità ci devono vedere protagonisti, tutti insieme. Dobbiamo mettere in relazione quei campanili, che hanno aiutato a mantenere vive le nostre realtà, per definire una visione di territorio più ampia, per comprensori, e lavorare insieme, per affrontare e vincere le sfide del futuro. In questa fase è importante aprirsi di più a temi quali la digitalizzazione, l'innovazione tecnologica e l'intelligenza artificiale, per gestire il cambiamento. Questo deve essere il nostro impegno come amministratori».
Nella presentazione del Rapporto Montagne 2025, il presidente nazionale di Uncem Marco Bussone è partito dal concetto di spopolamento, spesso utilizzato in maniera impropria con riferimento alla montagna, evidenziando la discrepanza tra saldo naturale, la differenza tra nati e morti, sintomo della grave crisi demografica che affligge tutta l'Italia, e saldo migratorio, che considera i trasferimenti da e verso una determinata zona, che vede la montagna acquisire 135 mila persone, tra il 2019 e il 2024. Non compensa il saldo naturale ma va considerato, anche in relazione all'intreccio tra vecchie e nuove comunità e alla riorganizzazione dei servizi. «Sono le domande che il Rapporto pone - ha detto il presidente Bussone -: questi non sono territori da cui scappare né territori a cui dare qualcosa. Grazie a Regione Lombardia, la provincia di Sondrio, con la specificità montana che le è stata riconosciuta, può contare sui canoni idroelettrici. Non è banale, tutt'altro, perché altrove non è così: acqua e forza di gravità hanno un valore per Regione Lombardia». L'appuntamento per Uncem è con il congresso, che ha quale tema la speranza: "Comuni e Comunità insieme. Quale democrazia, coesione e impegno negli Enti locali. La montagna italiana è speranza".
- Segreteria Uncem Lombardia -
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