ALPINISMO DELLE ORIGINI: “GIOVANNI BONOMI GUIDA ALPINA”

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ALPINISMO DELLE ORIGINI: “GIOVANNI BONOMI GUIDA ALPINA”

Mar, 04/08/2020 - 22:02
Pubblicato in:

4 agosto 2020

L’eclettico Beno editore ci regala un’altra delle pepite d’oro che la Valtellina nasconde tra le sue ruvide montagne: la storia – o meglio, la saga – di una famiglia di contadini-alpinisti che fece delle valli sopra Piateda un terreno di esplorazione privilegiato per la borghesia di fine Ottocento, desiderosa di scalare le irte guglie delle valli di Caronno, Vedello, Ambria, Venina.

Giovanni Angelo, Giovanni Andrea e Bortolo Bonomi sono nomi che nei decenni a cavallo tra 800 e 900 ogni buon scalatore frequentatore di quelle zone doveva conoscere per la loro abilità alpinistica, la profonda conoscenza del territorio e – segnatamente per Giovanni Andrea – per un’umanità che lo rendeva particolarmente caro ai suoi compagni di cordata. Tra questi, Bruno Galli Valerio fu suo grande amico ed ebbe sicuramente il merito di toglierlo dall’anonimato descrivendone le ascensioni e le avventure condivise nelle solitudini alpestri, “dove l’animo si solleva per qualche tempo in un ambiente di purezza infinita”.

Un libro scritto a tre mani, con la complicità di Marino Amonini e di Raffaele Occhi e con la straordinaria mole documentaria fornita dagli eredi Bonomi e dalla famiglia Messa, con la quale si instaurò un durevole rapporto di fraterna amicizia. Ai Messa appartengono alcune delle magnifiche foto inedite che corredano il volume, testimoni di un’epoca scomparsa fatta di un alpinismo povero ma intrepido, di poderosi ghiacciai ormai estinti, di verdeggianti alpeggi oggi annegati sotto le acque del progresso. Le storie delle guide Bonomi, di Giovanni in particolare, si intrecciano con quelle dei loro clienti tra i quali non mancano nomi illustri (su tutti il principe Scipione Borghese) che ebbero per lui parole di encomio e di ammirazione e che restarono ammaliati dal fascino delle selvagge valli orobiche. Un fascino che ancora oggi è possibile riscoprire nella loro primitiva essenza, considerando che la marginalità della loro frequentazione le ha preservate dal turismo di massa.

L’invito degli autori, oltre ad approfondire la conoscenza della storia valtellinese, vuol essere quello di tornare a frequentare la montagna riappropriandosi dell’alpinismo delle origini e respirando l’atmosfera che deriva dal contatto intimo con l’ambiente circostante, anche quello costituito dalla variegata comunità locale che lo abita e che – oggi come ieri – ci stupisce con i suoi pittoreschi personaggi (di cui il poeta dialettale Luigi Zani ne è degno esemplare).

 

Anna