Il Giro del silenzio e il Giro della censura

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Il Giro del silenzio e il Giro della censura

Gio, 29/05/2025 - 16:39
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Lo ricorderanno come il Giro del silenzio i tanti sondalini che ieri hanno visto stampata sul volto dei ciclisti la fatica nell’affrontare il loro Rio e mentre attraversavano un Viale Libertà e Primo Maggio vestiti a festa per accogliere ed acclamare la lunga carovana del Giro di una delle tappe più seguite e amate dal ciclismo italiano.
L’impeccabile organizzazione, l’impegno di tutte le numerose associazioni che operano da sempre in modo encomiabile sul nostro territorio, ma soprattutto l’entusiasmo con cui bambini e maestre delle scuole elementari hanno colorato di rosa e di allegria un pomeriggio così speciale ed atteso, non sono stati ripagati da quel sano orgoglio di paese dato dal vedersi in TV e sentire il nome di Sondalo, della sua storia legata all’ormai secolare complesso monumentale del Morelli, delle sue splendide e antiche Chiese, come la pittoresca Sant’Agnese che sovrasta proprio lo svincolo per Bormio, o della meravigliosa Val di Rezzalo, perla del nostro territorio e meta ormai raggiunta da un turismo internazionale.

I sondalini hanno atteso con gioia questi brevi istanti di comparsa televisiva, giusto il tempo che la testa della corsa impiega per salire il Rio e attraversare il paese, per sentir parlare di Bormio, delle Terme e delle marmotte che svernano. Si voglia notare, invece, che mentre il Giro scendeva dal versante grosino del Mortirolo per immettersi sulla Statale di Tiolo in direzione di Sondalo, il cronista ha avuto diversi minuti per soffermarsi con abbondanza di particolari sui due Castelli grosini: quello medievale con la sua Rupe Magna e quello contemporaneo, costruito da un artista locale, noto come il Castello del Gaudì. Su Sondalo, rattrista doverlo rimarcare, è calato non solo il silenzio delle cronache ma anche la delusione per l’assenza di un’inquadratura sul Villaggio, come i Sondalini ancora lo chiamano: l’ospedale Morelli sulla cui vita si è formata la vivace ed eterogenea popolazione di Sondalo. Le riprese hanno evitato – sarà un caso? – di fermarsi sul versante della montagna che, risalendo il Rio, non può non essere notato e che ospita i 9 padiglioni, candidati  - ma mai divenuti - Patrimonio Unesco.
Avevamo capito e speravamo che il passaggio del Giro sarebbe stato per noi anche un’occasione di promozione turistica, in vista delle Olimpiadi invernali alle porte.

Oggi, a distanza di qualche ora dal passaggio del Giro, rimane solo uno sfumato ricordo che non può scalfire lo spirito tenace e fiero dei sondalini.

Ma c’è una macchia, ben più dolorosa e più dura da cancellare rispetto al silenzio, per quanto umiliante, delle cronache: la macchia della censura. Anche questo è stato per noi il Giro: la rimozione delle parole che invocano la pace e il rispetto dei diritti umani, la rimozione di poche parole “Free Gaza”, “Stop al genocidio”, “Gaza mola miga”, parole ritenute fonte reale di pericolo e minaccia per l’ordine pubblico. Di questo atto, di questa rimozione e ripulitura, che con zelante tempestività è stata disposta dal Comune, a seguito di una segnalazione della Questura, è e resterà evidente sul manto stradale la macchia, macchia indelebile e motivo di indignazione. 

Gruppo di Minoranza Sondalo

SiAmo Sondalo

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