IRENE E LE "BAMBINE" DELLA BORMIO DEL NOVECENTO

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IRENE E LE "BAMBINE" DELLA BORMIO DEL NOVECENTO

Ven, 19/05/2023 - 20:17
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Una simpatica mattinata di confronto fra le arzille sorelle Peloni e un'alunna della IV B di Bormio

Generazioni a confronto.

Un simpatico e istruttivo incontro tra un’alunna dell’IC “M. Anzi” di Bormio e 3 sorelle che tutte insieme superano i 250 anni, con il Centro Studi Storici Alta Valtellina nella veste di ideatore di una piccola ricerca intergenerazionale a cui ha fornito spunti e un po' di materiale. In una casa del centro storico di Bormio le esperienze di Anna, Pierina e Pina, le arzille figlie di Cesare Peloni detto Luigi e di Giuseppina Marina Andreola detta Rina, si sono mescolate con la genuina curiosità di Irene, 10 anni appena, accompagnata dalla maestra Franca alla scoperta delle sue coetanee di un secolo fa. Cosa si faceva a scuola nella Bormio che fu? Cosa si studiava? Con quali giochi si trastullavano i bambini? Come ci si vestiva?

Alle domande semplici e schiette della bambina fanno da contraltare le risposte realiste e disincantate delle tre sorelle: «Erano tempi duri e ci si dava tutti da fare; noi siamo andate a scuola fino all’adolescenza, abbiamo fatto l’avviamento, ma non per tutti era così».

A ogni domanda di Irene, si apre un divertente siparietto in cui Anna, Pierina e Pina battibeccano l’una con l’altra, fra ricordi che vengono e vanno, risate e una punta di nostalgia per una gioventù trascorsa troppo in fretta.

«Ci divertivamo con poco – ricorda Pierina – e anche i nostri giochi erano semplici, non avevamo tutto quello che c’è oggi ed era già tanto avere una “popa” (bambola di pezza)».

«Io ricordo che con la neve ci divertivamo moltissimo – interviene Pina – scendevamo dai prati di Felèit e anche per le strade di Bormio, tanto di macchine non ne giravano molte…».

Vita semplice e anche un po’ rude, condotta nelle vecchie case dove non arrivava l’acqua e dove il bagno era “a sbalzo”, senza tante comodità (e ciononostante, si lo si chiamava "còmut"!).

Irene ascolta attenta, con i grandi occhi spalancati su una realtà che può solo immaginare ma riesce ugualmente a percepire come viva e vibrante, grazie ai racconti delle nonnine, e intanto pensa alla sua scuola, alla sua classe e a tutto quello che oggi può imparare rispetto a 100 anni fa.

Due epoche lontane, due mondi quasi all’opposto, ma dai quali emerge nitido l’animo del fanciullino di Pascoli in grado di restituire tutta la freschezza della vita, nonostante il trascorrere degli anni.

Anna

In allegato, il lavoro svolto da Irene della IV B, aiutata dalla maestra Franca

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