CIVILTÀ E BARBARIE SUI SOCIAL

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CIVILTÀ E BARBARIE SUI SOCIAL

Mer, 13/05/2020 - 18:27
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violenza

Senza farne una questione sessista o politica, però vorrei capire da dove nasce questo odio feroce e bestiale che centinaia di italiani riversano sui social nei confronti di una ragazza che attualmente si sta trovando in una situazione ben più grande di lei da gestire. Che poi, da casa nostra, vorrei sapere come può la gente comune pensare di conoscere tutto quello che sta dietro a vicende dalle trame estremamente complicate ed oscure; non a caso, siamo il Paese dei misteri irrisolti e ancora a distanza di decenni non abbiamo saputo dare risposte certe ad alcuni degli eventi più drammatici di sempre.

Ma allora, perché ci si lascia trascinare in un gorgo animalesco che mostra solo il peggio di noi stessi? Perché non recuperare un po’ di autocontrollo e reprimere certi impulsi distruttivi, anziché lanciarli nello sfogatoio dei social? Alla fine, la lapidazione virtuale non fa meno danni di quella fisica e oltretutto, nel leggere certe nefandezze, la nostra percezione degli autori – magari persone conosciute e a noi vicine – cambia completamente…

È ancora possibile esprimere opinioni in modo civile, ancorchè in disaccordo? Questa, secondo me, deve essere la grande sfida che i social devono raccogliere. Se una volta il ruolo della TV era anche educativo, non vedo perché la stessa funzione non la possano rivestire le piattaforme digitali mettendo al bando gli estremismi, di pensiero e di fatto.

Anche nell’odio ci sono limiti di pudore che non andrebbero mai travalicati, perché l’essenza dell’uomo dev’essere la civiltà e non la barbarie.

 

 

Anna

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